mercoledì, febbraio 11, 2009

Whynot Paltrou

La giovane e brillante Whynot si distinse fin da piccola per la sua innata capacità di far roteare qualsiasi cosa: coltelli, monete, sacchetti, birilli, chiodi, lampade, gatti, uova sode, uova strapazzate, galline, piumini e scaffali di legno. Tuttavia il passatempo non divertiva il padre che la considerava una perdigiorno e la rimproverava spesso urlandole "Perdigiorno!" e spaccandole ogni volta gli oggetti della giocolata. Per gli scaffali di legno aveva qualche difficolta, così usava un'accetta. Monete e coltelli se li intascava mentre i gatti non si sapeva che fine facessero. Tuttavia la madre di Whynot era molto più comprensiva e le permetteva di suonare e giocolare anzichè aiutarla a fare i lavori di casa (spaccare la legna, tagliare le piante, piantare i chiodi con mano, spostare pietre). Questo ovviamente influenzò il fisico della gnoma che non si sviluppò muscolarmente ma divenne molto più femminile della media gnomica. Il padre non si spiegava la fiacchezza della figlia e la rimproverava spesso urlandole "Perdigiorno!" anche se in realtà voleva dirle "Gnoma fiacca!" ma non conosceva la parola "fiacca". Suonando, giocolando e curando le trecce, Whynot si fece molti amici. In tutti i sensi.
Purtroppo la tragedia era dietro l'angolo...
Infatti il villaggio fu attaccato da un grosso Sciommione Gigante Crudele che fece strage degli gnomi e si autoproclamò re. Chiese in sposa la bella Whynot che però, preoccupata dalla dimensione del nuovo sovrano (non è mica Vesi!), decise di fuggire e abbandonare la famiglia, nonostante il buonissimo spezzatino di carne che ogni tanto suo padre portava a casa. La madre la sostenne ed incitò nella fuga mentre il padre le urlò ancora "Perdigiorno!" ma intendeva "Se vai oltre la montagna portami della cioccolata nanica!". Dopo molto tempo Whynot tornò al villaggio, che ormai era completamente deserto. Per alcune settimane visse da sola nel paese disabitato e mai nessuno tornò o le diede notizie. Non riuscì mai a capire cosa fosse successo e, una volta finita la cioccolata nanica, decise che era ora di mettersi in marcia e partire verso gli sconfinati orizzonti del creato alla ricerca della sua famiglia.

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