martedì, gennaio 29, 2008

Oscuri presagi

Son ormai diverse decadi che la compagnia tace in silenzio, eccezion fatta del dialettico guerriero. Ciò non è sicuramente un buon segno, ma solo l'Oracolo potrà negare o affermare i nostri dubbi:

"Oscuri presagi vedo all'orizzonte...
Le tenebre calano lentamente sulle terre conosciute e sconosciute...
Creature immonde si muovono sotto la superficie umida della terra...

Oscuri presagi vedo all'orizzonte...
Maledizioni innominabili rieccheggiano in antiche grotte...
Cavalieri corrotti si abbandonano a lussuria e avidità...

Oscuri presagi vedo all'orizzonte...
Giovani sgozzate da clericanti malvagi nell'animo...
Demoni volanti che tormentano le anime pie dell'Est...

Oscuri presagi vedo all'orizzonte...
ma siccome non trovo gli occhiali forse ho visto male.."

domenica, gennaio 27, 2008

Diendi Advertising - 2

Quando la diarrea ti sorprende...
prega che non ti faccia un furtivo!

Diendi Advertising - 1

Se il vostro problema è un fastiodioso prurito intimo...
cominciate a pulire l'armatura!

Le Delizie del Calcagno

Seconda Lezione

Buonasera e ben torniati amici di scodella!
Siamo giunti alla seconda lezione, ricordate come siete rimasti estasiati dai kurg alla gelata? Ricordate la soddisfazione profonda di vedere il paladino del vostro gruppo assaggiare il manicaretto da voi creato, con tanto amore Gnoll e dedizione, e non riuscire a trovare le parole per descrivere un tale bombardamento sublime dei sensi… annaspa, non riesce a parlare, l’emozione è troppo forte, ma non servono le parole gli dite voi, vi basta guardare l’espressione contorta del viso, il colore bluastro, per capire quanto è grato al suo dio per aver incontrato voi!
Bene preparatevi a ripetere tutto ciò grazie alla speziale squisita ricetta di oggi: Bulette in carrozza!
Si tratta di un arrosto di Bulette alla Julienne accompagnato da una vellutata di funghi. Per questo piatto avrò bisogno di aiuto, quindi senza unterior inciucio vi presento il mio assistente, una persona che stimo molto, esperto nell’uso della frusta e del matterello. Avanti saluta gli studenti, Earl:
-EHU!- … Accidenti, ben detto Earl! Il mio amico Minotauro ha il dono della sintesi, è un po’ timido ma quando lo si conosce meglio… (un consiglio, non correggetelo mai!!)
E ora veniamo al dunque, per pepare questo piatto è necessaria una notevole forza fisica e un notevole stomaco per digerirlo, perciò se siete un gruppo di gnomi capitanato da una driade andatevene al ristorante elfico, questo non fa per voi!
Per prima cosa dovete scuoiare il Bulette che avete ucciso in giornata (siete sicuri che è morto quando smette di sgranocchiarvi gli arti), Earl procedi pure… -NGOOO-. “SKRAKATA-BONK-CRASH-HULK-PATAPUM-SQUART… ploc…” Perfetto, ora potete aprire gli occhi e pulirvi la faccia; un consiglio per gli amici a casa: per fare in fretta questa operazione pestate un piede al barbaro del vostro gruppo, senza farvi vedere mi raccomando e chiudetelo in una stanza con la carcassa del Bulette.
Tenete da parte il guscio, sarà il nostro piatto di porcata. Tranciate le zampe, la testa e la coda della bestiola, non ci serviranno per questo piatto, ma tenetele da parte per un buon brodo. La parte migliore per il vellutato alla Julienne è la gola, in un esemplare adulto ci saranno almeno tre chili di carne là, perciò datevi da fare! Earl, prego, sai già come procedere –EHU UGH?- Ah già, dimenticavo, il mio assistente mi ha ricordato che bisogna prima rimuovere le ghiandole acidarie situate nel tratto laringo-faringeo, molte grazie. Non è un’operazione facile sapete, è necessario entrare con una lama di 2,4 cm e facendo leva sollevare la membrana di Hutton con la destra, mentre con una precisa rotazione della mano sinistra eseguire la manovra di Ferguson incrociat… “STRAP” -EHU GUH!- …Impressionante. La rimozione delle ghiandole è particolarmente importante, perché contengono un potentissimo acido che aiuta il Bulette a predigerire il cibo più “difficile” (come gli avventurieri in giaco di maglia) ancora prima di arrivare allo stomaco.
Mettete la carne in una teglia passata sulla barba del nano, con rametti di rosmarino, mettete la teglia in forno a 500 gradi (+1,magico) e lasciatecela fino a che non prenderà un bel colorito bruno. Prendete 1kg di funghi di stagione (meglio se di Ettin), non lavateli, tagliuzzateli e metteteli ad appassire in padella con del burro (di Drider), unite un ciuffo di thykkala e bagnate di tanto in tanto con della birra nanica scura. Vi ricordate le ghiandole? Non credevate davvero che le avremmo buttate, ora è il momento di usarle! …ok avete 5 minuti per andarle a riprendere nella spazzatura, forza che state aspettando?!
Chiedete al guerriero del gruppo di prestarvi i suoi guanti dell’armatura completa in piastre (meglio se di Ankeg) e spremete con cautela le ghiandole nella padella, attenti a…troppo tardi? Stavo per dire gli occhi. Earl ti prego non stare sopra la padella, ci cadono i peli, il timballo di Minotauro lo facciamo un’altra volta! –AHGH EUGH!!- No, no certo che non lo facciamo, ci mancherebbe, non siamo mica dei mostri -UGHAGH!-, si fa per dire, tranquillo Earl, non perdiamo la calma, metti giù quell’ascia da bravo!
L’acido delle ghiandole ha un magnifico sapore a metà tra l’arancio e il sangue di Ettercap, si abbina perfettamente ai funghi e grazie alla thykkala il suo potere distruttivo è drasticamente ridotto, perciò dovrebbe essere commestibile per la maggior parte degli umanoidi (popolo fatato escluso). La salsa avrà ora assurdo un aspetto vellutato, un interessante color senape e un profumo di…qualcosa che cresce sui piedi degli halfling, versate il delizioso composto nel guscio del Bulette e tenetene un po’ da parte. Earl se vuoi assaggiare usa un cucchiaio, per favore.
A questo punto l’arrosto dovrebbe essere pronto, quindi lo estraiamo dal forno (se la porta è incastrata lanciare dissolvi magie) e lo mettiamo su di un piano resistente.
Ora pregherei tutti quanti di stare indietro mentre Earl eseguirà un perfetto taglio alla Julienne con la sua Ascia Bipenne +3 afflilata, vorpal, anatema dei Bulette; prego, procedi pure.
“ZACK-ZONCK-TRONK…FIN-FIN-FIN-SLASH-FIN-FIN-FIN”
Magnifica esecuzione! Purtroppo ho ricevuto qui molte e-mail di protesta sul fatto che l’arma di Earl sia introvabile e costosissima, per rispondere a quelle persone posso solo dire: volete mangiare insipide bacche e biscotti di aria fritta come gli elfi? Non siete stufi di succhiare corteccia e sassi alle “quattro stagioni” che poi è sempre una ed è sempre inverno?! E allora state zitti e comprate l’Ascia del Macellaio Earl, in offerta fino al 10 Febbraio a sole 119900 MO!!
Adagiate l’arrosto alla Julienne nel guscio e guarnitelo con la salsa rimanente, mmmhh da leccarsi le zanne! Per oggi è tutto, arrivederci alla prossima, e come sempre:KAKATTAHG YAPPO HU!! -EUGH!-

Diario di viaggio di Tiago dei Rhym

Parte Seconda - Sabbia


A giudicare da ciò che vedo dovrei trovarmi comunque sulla costa nord del Mare della Luna, davanti a me si estende una sconfinata brughiera dai colori pallidi incartata in uno spesso velo di brina mattutina, ultimo regalo dell’inverno. Quella è il Thar, conosciuta anche come Grande Terra Grigia, un nome che è tutto un programma, là è dove abbiamo rigettato a mo’ di sgabuzzino tutte le inutili tribù orchesche che hanno cercato di opporsi alla conquista del Mare della Luna da parte del “mondo civilizzato” e sono per puro miracolo sopravvissute. La dinastia guerriera degli Zhentarim ora regna sulla maggior parte della regione, ma ovviamente non è facile tenere a bada i dissidenti, i ribelli sono le altre famiglie di colonizzatori che hanno combattuto in prima linea, a fianco degli Zhent, hanno costruito città sopra la cenere dei villaggi di orchi e lucertoloidi e sono stati infine sottomessi a forza di colpi di mano politici dai loro assai più affabili colleghi. La Koh-vaa, vascello da guerra Zhent, capitanato da Karvos Melanua, partì il 5 di gennaio da Zhentil Keep, assieme a due vascelli di supporto, armati e pieni di soldati, con ordini di portare la guerra a Melvaunt, ultima (per quanto se ne sa) roccaforte ribelle. La scorta l’abbiamo persa in mare circa un mese fa in uno scontro tremendo con una flotta di quattro navi pirata (supponiamo assoldate dai ribelli) che siamo riusciti ad affondare solo grazie al supporto degli espertissimi Maghi Rossi. Oggi in una guerra qualsiasi, aver stanziato una parte delle proprie risorse nel pagamento di questi discepoli di Thay può cambiare la sorte dello scontro, i loro incantesimi coordinati alla perfezione riuscivano a colpire le navi nemiche e al tempo stesso proteggere le nostre, senza quegli odiosi e saccenti santoni della bacchetta saremmo stati sterminati. Uno sforzo alquanto inutile visto come sono andate a finire le cose. Si mette proprio male per gli Zhent, aver perso tre navi prima ancora di cominciar la guerra e l’unico superstite di un probabile amm… un momento, ma certo non è stato affatto un ammutinamento, bensì un’ attacco da parte dei ribelli! Hjare doveva essere una spia, una sporca traditrice. Mentre indugiavo in piacevoli pensieri di odio verso quel non-morto, concentrato com’ero non mi resi conto di quello che avveniva sotto il mio naso, fino a che un rumore alquanto molesto non smascherò il furfante. –Aaargh!- Girai la testa e vidi che dietro di me era in atto una ben nota opera popolare dal titolo “ripulisci il pollo mentre è occupato a sognare ad occhi aperti”.
Era un piccola figura grigia, la protagonista, china sul mio sacco, con un’espressione di disgusto rivolta probabilmente alla povera carcassa-banchetto di Niola, che le spuntava da sotto il cappuccio calato in testa. –Fermo dove sei maniaco!- disse lei –sono armata e ho qui la tua spada, perciò rassegnati, dammi l’oro e non ti ucciderò-
-Calma ti prego, non farmi del male! Sono solo un povero naufrago-

-Bravo, così va bene maniaco, ora dimmi come si apre questo sacco!-
Notai con piacere che la mia borsa magica a prova di ladro funzionava come si deve e ripresi la conversazione: -certo, guarda è semplice devi usare una speciale chiave che ho nascosto lì…- Puntai il dito verso di lei e provai una gran gioia nel sentire l’energia che fluiva attraverso il mio braccio per concentrarsi sulla punta del dito mentre nella mia mente, in un istante, visualizzai i simboli arcani che mi permettono di lanciare un dardo incantato alla povera sprovveduta! Un bagliore porpora scaturì dalla mia mano e volò ad altissima velocità, colpendo in pieno la ladra; l’impatto la scaraventò indietro gettandola nell’acqua bassa… che dilettante.
-ma quale chiave, idiota! Ah ah ah!- Al momento ero così divertito che non mi resi conto che avevo effettivamente lanciato un incantesimo, la qual cosa è davvero notevole per me, ve lo assicuro, se pensate che ho studiato i rudimenti della magia per mesi e mesi in gioventù, dando sui nervi al mio istruttore che convintosi finalmente del fatto che ero totalmente negato, decise di iscrivermi all’accademia delle armi, dove infine ebbi più fortuna. Ciò che innervosiva di più il mio vecchio maestro era il fatto che io studiavo tanto, anche troppo, conoscevo alla perfezione la teoria e sapevo scrivere tutti gli incantesimi di base che mi venivano insegnati, però per qualche inspiegabile motivo quando si trattava di passare alla pratica non mi usciva dalle mani neanche una scintilla. Chissà dove ho trovato il coraggio e la sicurezza di tentare una mossa del genere…e fortuna che decisi di portarmi dietro il mio vecchio libro del mago! Quando avevo finito di ridere mi diressi verso la malcapitata, raccogliendo nel frattempo la mia doppia lama, e mi sporsi dal bordo della zattera arenata per vedere che fine aveva fatto. –Ehi tu, gnoma, scusa credevo avessi detto “ho sete”- Nessuna risposta. Nell’acqua non c’era, e siccome l’acqua era bassa l’avrei vista sicuramente pensai, quindi mi abbassai per guardare meglio… Chiaramente se questa fosse una storiella di “serie z”, il protagonista avrebbe appena commesso un madornale errore, e siccome questo pare proprio essere il caso ecco che da un buco tra le assi sbuca fuori una piccola mano che tiene un piccolo, ma appuntito, pugnale. In un secondo l’arma era conficcata nel mio polpaccio, potete solo immaginare il dolore, persi l’equilibrio istantaneamente due manine afferrarono la mia gamba e mi spinsero giù in acqua. Ebbi solo il tempo di incrociare il suo sguardo tra la schiuma dell’acqua mentre cadevo giù, un ghigno malefico su quella faccia che mi accorsi essere di razza halfling. Si tirò su a fatica e poi sparì dalla visuale. Mi presi una gran botta per via dell’acqua bassa, la farabutta si era nascosta sotto gli strati di assi del ponte tranciato (ecco perché i ladri sono piccoli), per forza non la vidi guardando in acqua. Mi ci volle un po’ per riguadagnare la riva e quando, strofinandomi gli occhi grondanti lanciai uno sguardo, vidi la malefica ladra che arrancava una corsetta in direzione del Thar, con in spalla il mio sacco. Era gia piuttosto lontana e si girò a un certo punto solo per urlarmi: -NON SEI GRAN CHE’ COME MAGO!-
-TI ODIO!- Fu l’unica cosa che riuscii a urlarle quella volta, pensando forse che dalla mia voce sarebbe scaturita per magia una potente maledizione fulminante. Così non fu, ovviamente e io mi trovai ancora una volta sulla spiaggia ricoperto di stupidissima, odiosissima sabbia.
Ora, se non altro, avevo uno scopo pressante, ritrovare il mio preziosissimo sacco magico sparito assieme a una halfling nelle Grandi Terre Grigie, infestate dagli orchi più incavolati di tutto il Nord.Fortunatamente cadendo in acqua mi sono portato dietro la mia doppia lama, come se questo potesse in qualche modo riscattare la pateticità della mia situazione. Tuttavia guardando sulle assi dell’ex ponte della Koh’vaa trovai qualcosa in grado di risollevarmi il morale di un bel po’ di punti e anche di strapparmi un mezzo sorriso: la formidabile ladra aveva perso la sua borsa da cintura, probabilmente slacciatasi per il colpo del dardo incantato.

domenica, gennaio 20, 2008

Diario di viaggio di Tiago dei Rhym

MAI FIDARSI DI UNA MUMMIA
Parte Prima - Sabbia

Era il primo giorno di marzo di un anno fa, il giorno in cui incontrai quella maledetta vecchia fattucchiera. In realtà non era giorno, ma notte e non era neanche la prima volta che incrociavamo lo sguardo io e la mummia, Hjare si faceva chiamare. A bordo della Koh’vaa lei era il chierico, curava le ferite degli inetti che si infortunavano prima ancora di sbarcare nel Golfo di Melavaunt a portare la morte ai ribelli che si opponevano al dominio Zhentarim.
La luna spargeva un velo bianco spettrale sul ponte umido e salato del vascello da guerra. Il rumore assordante dell’acqua contro la chiglia mi dava particolarmente la nausea quella notte, non c’era bisogno di aiuto da parte della comparsa improvvisa dell’orrendo volto mummificato di Hjarn (ma chi ha autorizzato questo dessert per vermi a salire sulla nave?!).
Ella dopo aver accertato che resistevo all’impulso di vomitargli in faccia la cena (un pezzo di formaggio ammuffito) mi parlò con la sua voce lontana e quanto mai irritante
– Questa nave non toccherà terra l’indomani, né i giorni a venire. – Da buon soldato il primo pensiero a sfiorare la mia mente doveva essere come avvisare il capitano dell’ammutinamento… ma io non sono mai stato un buon soldatino, perciò risposi
- Sto ascoltando.- Gli occhi di lei, o meglio, le sue orbite vuote ospitavano un pallido bagliore che si faceva sempre più intenso mentre, con difficoltà di linguaggio e parole molto complesse, mi rivelò quello che definì “l’eredità dei fratelli dimenticati”, o almeno questa è la traduzione più vicina che posso darvi del fraseggio cantato in draconico che utilizzò Hjare, dicendomi che anche il suo era un riadattamento.
Tutto quel blaterare mi aveva messo tremendamente a disagio, anche perché all’inizio non capivo il motivo di questa “piacevole” conversazione, ma non ci misi molto a scoprirlo, difatti durante la sua orazione gesticolava così tanto e in modo così convulso che anche l’Uthgart più ottuso si sarebbe accorto del trucco: il discorso era la componente verbale di un incantesimo. Nell’istante in cui realizzai che evidentemente ero stato escluso dall’ammutinamento afferrai l’impugnatura della mia doppia lama e tirai con tutta la forza che avevo per colpire la schifosa fogna a cielo aperto, prima che pronunciasse l’ultima parola. Ci fu un bagliore rosso, la sua mano sinistra intrisa di energia mi afferrò il collo mentre il mio fendente le colpì la mano destra mozzandola di netto (come potevo immaginare che fosse mancina! Il massimo della sfortuna!) Un dolore intenso e pungente, come quello di una bruciatura da ghiaccio, m’invase il collo e da lì si sparse in fretta fino a raggiungere ogni estremità del mio corpo.
Quello che accadde dopo chiaramente non saprei come raccontarvelo senza mentire spudoratamente, perciò vi accontenterete di sapere quello che vidi al mio risveglio il mattino seguente (credo).
Sabbia, gialla, sapida, stupida, inutile sabbia. Ce ne avevo dappertutto, persino nel… ma lasciamo stare. Pare che fossi solo in questo arenaggio, ad eccezione del simpatico Niola, mozzo della Koh’vaa, simpatico perché morto, ovviamente.
-Come va la schiena Ni?-
Il suo corpo era legato stretto ad un’asse, la quale era inchiodata ad una buona parte del ponte della nostra “gloriosa” nave. Sembrava fosse stato tranciato di netto e sistemato a mo’ di zattera, aveva quattro barili galleggianti legati agli angoli, un lungo bastone adagiato su un lato (mancava solo il cartello “sono un remo, usami!”) e un sacco (il mio sacco, le mie cose, per Gruumsh!). Ora, dato che la mia mammina non si trovava sulla Koh’vaa (e poi mi avrebbe gettato ai pescecani, altro che zattera) e dato che l’unica cosa che si avvicinava lontanamente ad un amico nei miei confronti era proprio la dolce, amabile, affascinante, putrida sacerdote Hjare, che ha cercato di ammazzarmi, non riuscivo proprio a spiegarmi questa esplosione di affetto nei miei confronti. Tra l’altro perché legare Niola alla mia zattera, senza vestiti e anche piuttosto bruciacchiato, a guardarlo bene?
Mentre scacciavo questo lugubre e alquanto indigesto pensiero dalla mia mente, cercai di alzarmi e focalizzarmi sulla questione del giorno: sopravvivenza. Con mia sorpresa mi resi conto di non avere neanche un graffio (nuovo, s’intende) e pensai che, tutto sommato, con il sole alto in cielo e non una nuvola a minacciarlo, una spiaggia soffice sotto, un mare azzurro e calmo dietro, e una sconfinata steppa verde davanti… la giornata cominciava proprio di m****.

Le Delizie del Calcagno

Rubrica bimestruale di cucina Gnoll di Ohgav Următor

Buonasera a tutti voi amici di scodella!
Mi chiamo Ohgav e per prima cosa vi ringrazio di cuoio per aver acquistato l’opera completa a sole 699 MO in tiratura limitatissima (solo questa), del mio corso di cucina per avventurieri principianti a prova di Cumulo Strisciante (sì i goblin rientrano, per rispondere alle numerosissime e-mail).
Innanzistrutto mi scuso qualora doveste riscontrare alcune *ehm* imperfezioni linguistiche nella stesura del documento, ammetto di non masticare ancora come si deve la vostra lingua Comune, in effetti non avrei dovuto masticare lo gnomo che me lo insegnava, prima della fine del corso, ma pazienza. Per gli amici che mi leggono dalla tana nell’Azirrhat il mio pensiero va brina di tutto a voi:
Azzzhartyga ju ju’ne hag gagag on p’morokk! U’TTRAGH!
… commuovente, ora basta con le smancerie, iniziamo!

E’ inverno! Sapete cosa mangiamo noi Gnoll in inverno? Quello che troviamo, come sempre, risposta esatta, ma la differenza amici miei e nel COME!
Prendete una manciata di kurg essiccati, di quelli a dodici zampe, però (non mi stancherò mai di ripercuoterlo) quelli a sei tendono a richiudersi un po’ troppo a riccio durante la cottura e dopo è più difficile farcirli… ah e sono velenosi.
Staccate le zampette e mettetele da parte, mettete sul fuoco un pentolone d’acqua e quando bolle vi getterete i kurg. Nel frattempo ungete una padella antiaderente (+1,magica), potete strofinarla sulla barba del vostro compagno nano, e fateci soffriggere le zampette con un pirrico di sale e thykkala (foglia bruna e pelosa, odore pregnante, spesso cresce sulla parte bassa della schiena degli ogre adolescenti…), se non ce l’avete la salvia va bene uguale. Le zampette sfrigoleranno emettendo il loro caratteristico profumino delizioso, riuscite a sentirlo? ..Ah.. magnifico… state bene attenti a non bruciarle altrimenti dite pure addio alla padella +1. Quando hanno assunto un colore verde iridescente è il momento di operare un semplice trucchetto da me congegnato, del quale vado particolarmente fiero: avvicinate a voi il mago del gruppo e gridate forte “al fuoco!!” allorché, se siete stati convincenti, egli lancerà un raggio di gelo sulla padella completando così alla perfezione il processo di cattura. Apro qui una parentesi per rispondere alle domande che mi sono pervenute (tralasciando per ovvi motivi quelle del tipo “che cos’è un mago” e “che spezia è raggio di gelo”): se il mago non conosce l’incantesimo potete tranquillamente darlo in pasto alla vostra belva distorcente, in quanto inetto; se qualcuno getta sulla padella dell’acqua, non dovete preoccuparvi di nulla perché probabilmente sarete morti, difatti la propan-tri-butan-diolo-etina glutammata, sostanza di cui sono rivestite le zampe del kurg reagirebbe in modo decisamente violento a causa dell’elevata temperatura.
Scolate i kurg (alla zanna, mi raccomando) e unite le zampette soffritte, servite su piatto gelido, se i commensali protestano fregatevene, che ne sanno loro di alta cucina Gnoll?!
Ecco a voi degli ottimi Kurg alla gelata in salsa iridescente, il successo è garantito!
La prima lezione finisce qui, nella prossima andremo su qualcosa di un po’ più elaborato, restate con noi! Vi ringrazio per l’attrazione e vi saluto alla maniera Gnoll:KAKATTAHG YAPPO HU!!

mercoledì, gennaio 16, 2008

Il Riposo di Moradin

Lasciata la fortezza di Xanthall in compagnia del chierico Astrel (e dopo aver mandato alla ricerca della carrozza i 3 giovani intraprendenti), la compagnia ha costeggiato il Bosco Segreto e si è inoltrata nella foresta.

L'ardua impresa di trovare il Riposo di Moradin si è invece rivelata più semplice quando sono incappati in un gruppo di orchi da ricognizione. Giunti all'accampamento principale i nostri eroi hanno rischiato le vite tuffandosi nel mezzo. Al centro del vasto assembramento infatti si trovava proprio la zona di salvezza, il Riposo di Moradin.

Tuttavia il povero Tyago è rimasto tagliato fuori da una protezione piuttosto potente (la sua indole non è quella di un adorabile ragazzaccio...) ma tutti gli altri sono entrati nel luogo sacro.

Dentro avvenne l'incontro con l'elfo Everim, rimasto bloccato in quel luogo ormai da 3 mesi. Le foglie tanto cercate purtroppo sono partite con i suoi compagni e inoltre non erano nemmeno d'oro ma d'argento. Gli elfi le hanno recuperate perchè permettono di potenziare il mythal, l'arcana magia elfica che protegge la città di Silverymoon.

Tuttavia, ora che si è scoperto questo, la parte complicata potrebbe essere proprio fuggire. Gli orchi hanno completamente circondato il Riposo di Moradin e attendono solo che i nostri eroi mettano il naso fuori.

Sarà la compagnia costretta a passare la sua esistenza in quel luogo?
Gli orchi troveranno il modo di penetrare la protezione?
Il povero Tyago verrà catturato, tagliuzzato e divorato?
Zniwmolav avrà perso qualche chilo dopo la furiosa corsa?
I 3 giovani avranno trovato la carrozza o saranno morti tra atroci sofferenze?
La fortezza di Xanthall è stata di nuovo attaccata e sarà caduta?
La Società dei Kraken, si starà muovendo?
Il portale di LongSaddle è già stato sigillato?
Che ne è della Tribù del Grifone, così felice delle reliquie recuperate?
Ma soprattutto, i Patagarri porteranno mai la lettera a Yartar?

Lo sapremo perso... forse.