mercoledì, dicembre 05, 2007

Canto Stonato della Strage alla Rocca

La rocca torreggia nell'arida piana
immobile aleggia una nenia lontana
attendono arpie, affamate brutture
che vengano stolte e gustose creature.

Il nano è un pò duro, pellaccia tenace
ma lento e insicuro, stregato qui giace.
La ladra incantata rimane a sognare
trovando nel canto qualcosa da amare.

Ma druida e guerriero, impavidi stanno
con animo fiero non cedon l'inganno
brandiscon la lama e attaccan felici
per romper la trama che blocca gli amici.

Giganti le aquile che l'elfa richiama
mostrandosi utile ma Duncan reclama
vorrebbe colpire le bestie volanti
ma deve capire, son troppo distanti.

I colpi son forti, le bestie furenti
i fiati già corti, le carni dolenti.
Il cuore pulsante, la bestia punita
la lotta è estenuante e sembra finita.

Ma i mostri hanno a volte, e specie le arpie
sorelle (e molte!) cugine e anche zie
e chiamato a gran voce, con urlo capace
accorre feroce un gruppo rapace.

Il cielo si ingrossa di bestie volanti
brandiscono ossa e bocche sbavanti.
Il gruppo ormai cede e sembra perire
quand'ecco la ladra tornare a capire.

Qualcuno barcolla, qualcuno colpisce
l'ammasso di folla più niente capisce.
Si libera il nano ma dopo collassa
un colpo di mano e la druida si scassa.

Pozioni, incantesimi e attacchi furtivi
per pochi centesimi i colpi ormai schivi
le forze si perdono e cresce il timore
di essere il prossimo a perdere il cuore.

Infine il guerriero, colonna portante
non più tanto fiero, sconquassa pesante
crollando sfinito e di squarci coperto
sul suolo pulito del triste deserto.

E se ancora la sorte, imprevista e veloce,
non è stata la morte ma una lotta feroce,
non vi sia di conforto nessun tipo di vino
ch'è troppo contorto l'astuto Destino.

Ed il prossimo mostro che sbarra il cammino
sarà forse il vostro crudele assassino.
E allora piangendo e torcendo la bocca,
vorrete essere morti nella strage alla Rocca.

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