venerdì, febbraio 02, 2007

I Patagarri nella foresta di Irisha

Non riesco più a muovermi nè a parlare. Sono completamente immobilizzata.
Poi ad un certo punto ecco spuntare a fianco a noi Geeno e Shuro e improvvisamente riprendo il controllo del mio corpo, mentre Winghael, Eoghan e il lupo ringhioso ritornano nel loro. Geeno ci chiede cos'è successo e rapidamente gli spieghiamo l'accaduto: Seret, Stondylus e Jimmy hanno rubato l'Occhio Celeste (una grossa pietra blu, tipo un diamante) e un uovo di drago che Winghael e la sua compagnia stavano trasportando.

Decidiamo sul da farsi: Winghael non può tornare dai suoi compagni ora che ha personalmente consegnato l'uovo a questi sconosciuti e noi dobbiamo assolutamente trovare questo diamante blu. Quindi è ora di muoverci. Eoghan punta la bussola donatagli da Aineken e quella indica la porta della casupola dalla quale siamo usciti. La pietra associata alla bussola dice "Que-Shu", la città abbandonata in cui ci troviamo; forse dobbiamo tornare nella botola dalla quale siamo venuti? Beh, proviamoci, tanto dovremo ben tentare qualcosa.

Scendiamo nella botola e, giunti in una delle due stanze piene di tombe, Geeno sente un rumore. Dopo una veloce consultazione Eoghan ci protegge tutti creando una sfera di invisibilità, attraverso la quale vediamo tre scheletri uscire da una porta di fronte a noi e avanzare decisi nella nostra direzione, puntando probabilmente alla porta alle nostre spalle. Decidiamo di spostarci contro il muro ma non posso evitare ai miei stivali di produrre il loro tipico suono di riconoscimento mentre mi sposto: "PATAPATAPATAPATAPATA!". I primi due scheletri non ci hanno sentiti fortunatamente, ma l'ultimo si avvicina e guardando proprio verso di me con le sue orbite vuote agita la sua spada nella mia direzione.....

Fiuuu.... per fortuna sono piccola e non mi ha presa!

Così si allontana anche lui in direzione della porta ed esce. Dobbiamo andarcene di lì e tornare ad Elmwood. Ma non appena ci affacciamo alla porta... che terribile spettacolo! Decine, ma che dico decine.... Centinaia di scheletri stanno in piedi nella stanza d'uscita verso Elmwood e grattano la porta come cuccioli che vogliano uscire! Tento di distrarli producendo rumore di piedi (mi viene particolarmente bene) che si allontana in direzione Que-Shu ma solo un paio di loro ci cascano.
Impossibile sia sconfiggerli che passare lì in mezzo di corsa. Realizziamo quindi di essere ufficialmente confinati a Qualinesti, dobbiamo tornare indietro verso Que-Shu. Torniamo verso la scaletta e la botola e troviamo due scheletri di fronte a noi. Beh..... sono poi solo dei mucchietti di ossa, che male possono farmi? Mi metto così in assetto da rugby e do il via alla mia azione di sfondamento......... grande!! L'ho steso e sono già su per la scaletta verso l'uscita! Eoghan e Geeno nel frattempo cercano una via più tradizionale e gli danno di spada e mazzaferrata, dopo un po' infatti ecco Eoghan correre al mio fianco e.... beh... mi affaccio alla porta e urlo: "Geeno! datti una mossa, i guerrieri li facciamo un'altra volta!"

Usciti tutti richiudiamo accuratamente la botola, non possiamo mica far uscire tutte quelle cose! Eoghan ci mette del suo lanciando sulla botola una delle sue piume magiche che subito si trasforma nuovamente nell'enorme nave a forma di cigno... però non aveva fatto i conti con la dimensione della stanza: la nave cresce a dismisura e, non trovando sfogo nella casetta, il legno inizia a rompersi e schizzare via, colpendo lo stesso Eoghan che l'aveva creata. Ecco come la tecnologia ci si ribella contro! Allungo all'astuto bardo una delle mie pozioni curative ma stranamente non ha tutto l'effetto che ha solitamente su di me... boh?

Usciamo quindi di corsa e notiamo nella neve alcune impronte, che prima ingenuamente non avevamo cercato, che si dirigono verso l'entrata/uscita della città. Beh.... Seguiamole!
Io, Eoghan e Geeno ci lanciamo all'inseguimento, gasati dall'avventura da segugi, mentre Shuro, Wingael e Kyrill ci seguono lentamente da lontano chiacchierando del più e del meno. Controlliamo la nostra mappa: le impronte scendono sul versante ovest della montagna, dirette probabilmente alla città di Solace. Al nome di Solace, Geeno si ricorda improvvisamente di averlo già sentito e inizia a tirare fuori dallo zaino cartine e pergamene. Sì, quella dev'essere la nostra destinazione. Proseguiamo tutto il giorno e la notte ci accampiamo.......... beh....... dato che non abbiamo nulla per accamparci cerchiamo di dormire sulla neve e bon.

Eoghan si sveglia la mattina successiva visibilmente raffreddato mentre io e Geeno, che avevamo dormito insieme, siamo solo un po' infreddoliti. Proseguiamo poi il cammino ma Geeno, che è il più basso e quindi il più vicino a terra, si accorge improvvisamente che le impronte che stiamo seguendo sono 2 e non 3 come quando siamo partiti! Ma come! Quale dei 3 personaggi avrà abbandonato il cammino? Jimmy? Seret? O il malvagio Stondylus?

Perplessi continuiamo a camminare fino a che arriviamo, verso l'ora di pranzo, alle porte di una città. Non ci siamo neanche avvicinati che un personaggio strano vestito di bianco ci si avvicina gesticolando misteriosamente. Ci chiede chi siamo e cosa vogliamo e, scrutando astiosamente Geeno, ci informa del fatto che non siamo graditi nella città di Loftwick. Lo intortiamo raccontando che stiamo cercando di raggiungere alcuni nostri amici bardi che sono passati di lì diretti verso Solace e che noi stessi siamo bardi. E siccome la strada è lunga e oscura non abbiamo intenzione di fermarci al villaggio ma vogliamo semplicemente pranzare, comprare una decina di razioni da viaggio a testa e poi rapidamente proseguire senza fermarci nè arrecare disturbo alcuno. Il tipo ci crede e ci fa accompagnare dalle guardie al negozio, peraltro molto malandato, dove compriamo le razioni da viaggio e poi alla locanda "il cinghiale" dove ci sfamiamo rapidamente senza guardarci intorno.

Proseguiamo il viaggio e ci accampiamo sempre sotto le stelle. Possibile che non sia venuto in mente a nessuno dei tre di comprare una tenda all'emporio insieme alle razioni? Il mattino dopo io e Geeno siamo raffreddati e il bardo sta decisamente male, è febbricitante e barcolla visibilmente. Allungo al gracile bardo l'ennesima pozione curativa, che stavolta lo rimette davvero in sesto, anche se ancora malato, e ci rimettiamo in marcia.

Camminiamo ancora un po' e arriviamo al limitare della foresta in cui si erge Solace. Ci sono 3 strade: destra, sinistra e centrale, che si addentra nella foresta. Ci guardiamo. Geeno propone di andare a sinistra. Chiedo ai compagni un attimino di tempo per pregare Olidammara e mi allontano barbottando tra me e me. Mi guardano perplessi. Non è la prima volta in questi giorni che parlo da sola e il bardo si sta un po' spazientendo, gli porto via il primato del pazzoide!
Comunque riemergo dalla mia follia dicendo che la strada giusta è quella centrale e dobbiamo prendere quella. Ci guardiamo di nuovo.

Il bardo, non convinto, estrae la bussola e la punta: indica la strada centrale e sulla pietra c'è scritto "Solace". Decidiamo che i segni portano verso l'interno della foresta e così ci avventuriamo ma io rimango un po' indietro e spargo un po' della mia polvere rivelatracce sulle 3 strade. La polvere gialla mi rivela che in realtà le nostre prede si sono dirette a sinistra, ma taccio questa informazione ai compagni e proseguiamo sulla strada centrale.

La foresta diventa sempre più fitta man mano che ci addentriamo e improvvisamente Geeno sente un rumore alle sue spalle: un enorme orsogufo ci sta puntando con aria famelica. Senza indugio ci lanciamo nella lotta e picchiamo forte finchè non se ne aggiunge un altro. Ma non ci arrendiamo e dopo una sudata che sicuramente avrà fatto bene al nostro raffreddore riusciamo ad abbatterli entrambi.

Proseguiamo quindi nella marcia ma la foresta si fa così tanto fitta che ci sembra un muro. Improvvisamente sentiamo una musica e Geeno iniza a ballare: non riesce a fermarsi! Insomma il bardo barcolla febbricitante, Geeno è in preda ad una follia danzerina..... Devo fare qualcosa! Dopo un attimo la musica cessa, Geeno smette di ballare, il bardo mi si scaglia contro dopo i miei ennesimi barbottamenti incomprensibili e...... il muro di piante si apre, lasciandoci passare verso l'interno della foresta, da dove sentiamo provenire una melodia molto bella, una specie di canto.

Inizio nuovamente a barbottare e propongo di dirigersi verso l'origine del canto. Il bardo infuriato punta la sua bussola che gli indica la direzione esattamente opposta, così si allontana con un diavolo per capello mentre io e Geeno proseguiamo nella direzione da cui proviene la voce. Siamo subito attorniati da una folla di esserini svolazzanti, folletti, spiritelli e simili, che ridono, sghignazzano e guardano sotto la benda di Geeno. Proseguiamo ancora verso la voce e ci appare una bellissima donna che canta, accompagnata da una specie di satiro.

La bellissima donna è Irisha e ci informa di averci accolti nella foresta perchè accompagnati da uno dei suoi figli, che però, come noi sappiamo, è molto debilitato ed è necessario che si fermi nella foresta per essere curato. Anche noi abbiamo bisogno di riposo e cure quindi ci propone di rimandare le chiacchiere al giorno dopo e metterci a dormire. Accettiamo di buon grado, chiedendo solo che anche il bardo, che è andato nella direzione opposta e che è molto raffreddato possa raggiungerci e curarsi con noi. La donna accetta e il satiro parte, tornando poco dopo con un Eoghan russante sulla spalla.

Passata la notte, ci svegliamo guariti, in forze e pronti a partire. Irisha chiede di raccontarle chi siamo e dove siamo diretti e quando la informiamo del fatto che stiamo seguendo i ladri dell'Occhio Celeste ci racconta che questo diamante blu potrebbe far parte dei 7 diamanti leggendari, estratti dai cuori di sette draghi per costruire le armature dei sette guerrieri che hanno liberato Ansalon da quella piaga di Torgun. Shockati ammutoliamo per la scoperta e Irisha ci conduce alla fonte delle visioni, una pozza di acqua miracolosa che potrebbe ritardare gli effetti della nostra maledizione. Ci invita a riempire le nostre borracce, che ovviamente non abbiamo e così ne beviamo un po' sperando che ci faccia bene lo stesso. Ci invita poi anche a guardare dentro lo specchio d'acqua e così facciamo. Non so cos'abbiano visto i miei compagni ma io ho avuto la visione del mio obiettivo. Se dovessi incontrare quel luogo saprei finalmente riconoscerlo e so che devo andare a sud di questa foresta.

Giunge quindi il momento di accomiatarsi, con molta tristezza e molti addii, da Irisha e dai suoi folletti, tra cui il suo figliuolo che ci ha condotto qui e che deve ancora essere curato. La misteriosa creatura ci fornisce però ancora di tre medaglioni: per Eoghan un ciondolo a forma di gufo che, non appena l'ha indossato, ha dato al bardo un'aria decisamente più saggia; per Geeno uno che attira la ricchezza e per me uno decisamente più strano, con alcune iscrizioni arcane. Irisha dice che quando la scritta si illumina devo pronunciare il mio nome... Chissà.

Addio Irisha e addio Otto. Chissà che non ci incontreremo ancora in giro per il grande regno di Qualinesti!

1 commento:

Saku ha detto...

Chissà quanti altri terribili Orsigufi si nascondono nella foresta!

Mamma Orsogufo avrà preparato un piano per vendicare i suoi piccoli? Dovranno i Patagarri stare in guardia? Basteranno dei topini intinti nel miele per tenere a bada le bestiacce?